LABORATORIO DI ZEFFIRINO TRIVELLIN
Torniamo a seguire il percorso di Ennio Trivellin, lo studente sedicenne del Ferraris, che era entrato nel Battaglione Montanari e aveva scelto Gervasio come nome di battaglia: era uno stratagemma usato dai partigiani per nascondere la propria identità e ostacolare la cattura dei compagni se uno di loro fosse caduto in mano dei fascisti o dei nazisti, anche se loro si conoscevano bene. Dopo l’operazione Timpano, con la quale nazisti e fascisti dispersero la divisione Pasubio, da cui dipendeva anche il battaglione Montanari, si unì a loro Uccello. Un partigiano in gamba, militarmente preparato, che avevano conosciuto quando era nella cerchia del comandante Vero, nome di battaglia di Giuseppe Marozin, comandante dell'unità partigiana più numerosa del nord Italia.
Uccello li guidò in alcune azioni ma durante l'ultima furono intercettati dai fascisti e Uccello fu catturato. Poco dopo, si sparse la voce che fosse riuscito a scappare ed Ennio lo incontrò il primo ottobre per consegnargli delle armi da portare ai partigiani combattenti: le altre erano nascoste nella soffitta della casa di famiglia, lasciata libera dalla madre e dai cinque fratelli che erano sfollati in montagna per sfuggire ai pericoli della guerra. Il giorno dopo, Ennio passò da casa e la vide brulicante di nazisti e fascisti armati. Capì quindi di essere stato scoperto.
Rimase in sella alla sua bicicletta e decise di darsi alla macchia, ma compì un errore fatale. Decise di raggiungere il laboratorio di falegnameria per avvisare suo padre Zeffirino, ma arrivò dopo i fascisti. Fra loro c'era Uccello: lo riconobbero e la sua libertà finì lì.
Fu consegnato alle SS, e finì nelle celle del Palazzo ex INA, dove fu detenuto ed interrogato per qualche giorno.
Oggi Via Stella, nel centro di Verona, è una strada elegante ricca di negozi. Questo è il portone oltre il quale nel 1944 si trovava il laboratorio di Zeffirino.
Zeffirino insieme a sua moglie Anna Righetti.
INFO
Indirizzo : Via Stella, 11, 37121 Verona VR