Piazza delle Poste (oggi conosciuta come Piazza Viviani) ha svolto un ruolo significativo come luogo di incontri clandestini e di scambi di informazioni tra i partigiani nel periodo che va dal 1943 al 1945. Tuttora è un luogo simbolico per la memoria della Resistenza a Verona. Ogni anno, durante le celebrazioni della Liberazione, vengono ricordati i sacrifici dei partigiani e della popolazione che ha contribuito alla lotta contro l'occupazione nazifascista.
FUNZIONI CHE SVOLSE IN QUEL PERIODO STORICO
CENTRO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE
La Piazza delle Poste, come altre piazze centrali in città italiane, era un luogo strategico per le comunicazioni. Le poste erano un luogo in cui i partigiani potevano scambiarsi messaggi ed informazioni sotto l'apparenza di normali attività quotidiane. Le lettere e i pacchi potevano contenere messaggi nascosti o essere utilizzati per coordinare azioni di resistenza.
ATTIVITÀ CLANDESTINE
Gli incontri clandestini tra membri della Resistenza avvenivano spesso in luoghi pubblici per non destare sospetti. Piazza delle Poste, essendo un luogo trafficato, offriva una copertura ideale per queste attività. I partigiani potevano mescolarsi con la folla, riducendo il rischio di essere scoperti dalle forze nazifasciste.
SABOTAGGIO E PROPAGANDA
I partigiani a Verona, come in altre città, erano coinvolti in attività di sabotaggio contro le infrastrutture nazifasciste. Piazza delle Poste era un punto di distribuzione di materiali propagandistici, come volantini e manifesti antifascisti, che venivano lasciati in luoghi pubblici per diffondere messaggi di resistenza e incoraggiare la popolazione a opporsi all'occupazione.
RASTRELLAMENTI E CONTROLLI
Le forze di occupazione naziste e la polizia fascista erano consapevoli dell'importanza delle comunicazioni e spesso effettuavano rastrellamenti e controlli in luoghi come Piazza delle Poste. Questi controlli potevano portare ad arresti ed interrogatori, e in molti casi, a torture ed esecuzioni di sospetti partigiani.
LA LIBERAZIONE DI VERONA
Il 25 Aprile 1945, durante l'insurrezione generale che portò alla liberazione del Nord Italia, anche a Verona fu liberata dalle forze partigiane. Piazza delle Poste, come altre piazze centrali, fu teatro di festeggiamenti e celebrazioni per la fine dell'occupazione nazifascista.
BATTAGLIA DELLE POSTE
Il 9 settembre 1943 un gruppo di cittadini veronesi e di militari, guidati dai garibaldini Darno Maffini e Berto Zampieri e dal tenente Vincenzo D’Amore, diede la prima prova di Resistenza cercando di opporsi con coraggio ai soverchianti reparti tedeschi che tentavano di prendere possesso del Palazzo della Prefettura e delle Poste.
Al di là dell'Adige, a meno di 1 km di distanza, i militari dell’8° Reggimento di artiglieria, guidati dal colonnello Eugenio Spiazzi, decisero di non arrendersi all’invasore nazista e difesero efficacemente le caserme Ederle e Campofiore, colpendo con i loro cannoni i primi carri armati tedeschi e costringendo gli attaccanti a ritirarsi.
La battaglia durò per ben due giorni, dal 9 all’11 settembre. Caddero 2 militari italiani e diversi restarono feriti.
Quando il colonnello Spiazzi ricevette dai comandi l'ordine di arrendersi ai tedeschi, che avrebbe comportato la cattura e la deportazione come Internati Militari Italiani di tutto il reggimento, l'ufficiale si accordò con i tedeschi per consegnarsi a loro la mattina del 12 settembre.
Nella notte 3.550 soldati riuscirono a scappare dalla caserma utilizzando una via di fuga nascosta e ad evitare in questo modo la cattura, mentre il colonnello Spiazzi rimase indietro e si arrese alle forze tedesche. Molti dei militari di questo reggimento andranno a costituire i primi gruppi di Resistenza sulle montagne veronesi.